Rientrano in questa sezione tutte le malattie cerebrovascolari (ictus, ischemia cerebrale, emorragia cerebrale, rottura di aneurisma e malformazioni vascolari…), i traumi cranio-cerebrali, i tumori cerebrali e tutte quelle alterazioni del regolare funzionamento del sistema nervoso centrale che esitano in un danno cognitivo focale o diffuso.
In queste patologie possono essere compromesse funzioni cognitive diverse a seconda delle aree cerebrali che sono state colpite:
- il linguaggio, sia nella produzione che nella comprensione,
- la prassia, ovvero la capacità di eseguire volontariamente un’azione,
- la memoria, il cui disturbo può manifestarsi come incapacità di apprendere nuove informazioni o di ricordare eventi passati o di ricordarsi appuntamenti futuri, o nel ricordare come si esegue un certo compito (ad esempio andare in bicicletta),
- l’attenzione, con difficoltà a concentrarsi non riuscendo a seguire il filo di un discorso, o la trama di un film, o ancora non si riesce a prestare attenzione a due attività contemporanee, come guidare la macchina e conversare con chi ci siede accanto.
È possibile anche che siano presenti disturbi comportamentali, quali agitazione, aggressività, apatia e perdita di interesse.
Tali deficit possono impedire una vita autonoma sia per quanto riguarda le più semplici attività della vita quotidiana sia per le più complesse attività sociali e di relazione.
Riconoscere e comprendere le conseguenze cognitivo-comportamentali di una malattia neurologica è molto importante, ciò permette infatti di non cadere nell’errore di attribuire le difficoltà che la persona presenta alla sua mancanza di volontà, poco impegno o interesse.
La ricerca scientifica oggi ci dice che il cervello è plastico: tende cioè a modificarsi e a riorganizzarsi attraverso l’esperienza: dopo una lesione tutto il sistema di reti e di connessioni cerebrali tende a riorganizzarsi per rispondere come meglio può alle sollecitazioni dell’ambiente. Questo è un processo molto lungo e talvolta può portare a miglioramenti inaspettati anche nei casi più gravi e complessi.
Proprio sul principio della plasticità cerebrale si basa il trattamento di riabilitazione cognitiva.
Il trattamento riabilitativo cognitivo ha lo scopo di sollecitare e ottimizzare il recupero delle funzioni cognitive danneggiate attraverso esercizi cognitivi specifici e l’insegnamento alla persona interessata dalle difficoltà cognitive e ai suoi familiari di strategie per minimizzare l’impatto dei deficit nella vita quotidiana.