Il problem solving è una tecnica di risoluzione dei problemi che viene molto spesso utilizzata anche in ambito aziendale e formativo per aiutare l’equipe a padroneggiare strumenti individuali che permettono di risolvere eventuali criticità che possono sorgere nel proprio ambito di azione e di competenza.

Ora, ma cosa si intende per problema???

Il problema è uno scostamento dalla norma attesa rispetto al risultato ottenuto, ossia qualcosa ci è andato storto e si è creato un gap tra il proprio desiderio e la realtà ottenuta. Diviene molto importante, in questi casi, considerare la situazione in ottica positiva, ossia “vedere il bicchiere mezzo pieno” per usare un detto popolare (e saggio). Questo permette alla persona di predisporsi in una posizione attiva, “cosa posso fare allora per riempire l’altra metà?”, ci si potrebbe domandare.

In questa ottica, i problemi diventano solo degli ostacoli momentanei, sicuramente fastidiosi perchè non ci permettono una gratificazione voluta – il raggiungimento della meta – ma di natura transitoria.

Anche in ambito clinico vale lo stesso.

Il desiderio di “guarire” da un malessere, da un sintomo persistente e fastidioso che ci si porta dietro, magari da anni, diviene unoccasione per l’individuo di guardarsi dentro, osservare “il problema” e prenderlo in mano.

Certo tutto ciò ha dei costi e non mi riferisco solo a quelli economici.
Questa operazione richiede prendere il mano le proprie “ferite”, aprirle e guardarle anzichè tamponarle e coprirle come instintivamente si è sempre fatto. Ma fare ciò, rende anche le proprie ferite delle “feritoie”, attraverso le quali si può scoprire parti del proprio mondo interno che prima non si vedevano, ascoltarle, sistemarle ed eventualmente anche colmarle, come con il bicchiere mezzo vuoto dell’esempio di prima, in una reale esperienza di completezza e di cambiamento.

A cura del dott. Marco Santini
Psicologo Psicoterapeuta Sesto San Giovanni (MI)
santini@percorsipsicologici.it