Il disturbo evitante di personalità è un disturbo di personalità che si manifesta con la convinzione del soggetto di non valere; conseguentemente, la persona sente un profondo senso di inadeguatezza nella vita relazionale, con una grande paura delle critiche, della disapprovazione altrui e di esclusione.

Per evitare queste esperienze così dolorose e la sensazione di sentirsi escluso dagli altri, la persona che soffre di questo disturbo, tende ad avere una vita ritirata; il ritiro sociale diviene il primo baluardo difensivo dietro il quale si nasconde la persona, infatti, seppur conducente ad una esistenza priva di stimoli, triste, questo ritiro  evita alla persona di esporsi e di vivere il malessere dell’inferiorità e del senso di inadeguatezza.

Questi soggetti, non hanno relazioni sociali, non hanno un gruppo di amici con i quali uscire la sera e sul lavoro si mantengono ai margini rinunciando alla carriera per non essere sottoposti alla valutazione altrui; tuttavia desiderano fortemente instaurare delle relazioni, poter avere un partner, condividere esperienze ed interessi con i gli altri. Ma la difficoltà a vivere l’imbarazzo o l’umiliazione li induce ad evitare il confronto.

E’ un disturbo che può essere curato con diversi dispositivi terapeutici, una terapia di gruppo può essere un buon strumento per aiutare le persone che soffrono di questo malessere a superare e modificare queste paure, anche se implica il trattamento di una patologia non così grave da compromettere il lavoro in un contesto con più persone (ossia in alcuni casi è utile, in altri è qualcosa che viene vista dalla persona come fonte di ansia e, pertanto, evitata). In questi ultimi casi, la psicoterapia individuale diviene, allora, il mezzo migliore per poter trattare i sintomi caratterizzanti il disturbo di personalità evitante.

A cura del dott. Marco Santini
Percorsi Psicologici
Psicologo Psicoterapeuta Sesto San Giovanni (MI)
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