La maggior parte delle persone adulte ricorda giornate in cui proprio non aveva voglia di andare a scuola… Le scuse erano diverse come un malessere (la febbre, il mal di pancia, il mal di testa ecc).
Non sempre portavano all’obiettivo, evitare la scuola, anzi spesso, malgrado le proteste, i genitori ti obbligavano ad andare a scuola.
La “fobia scolastica” o “scolare” è stata riconosciuta sul finire degli anni sessanta, ma solo negli ultimi decenni è considerata come possibile causa quando si è in presenza di un bambino o di un adolescente che mostra importanti segni di ansia e stress al solo pensiero di andare a scuola. Quando non si tratta di semplice negligenza, ma di una vera fobia, ogni manovra per convincere il bambino o l’adolescente ad andare a scuola porta a comportamenti oppositivi, come pianti dirotti, scatti d’ira, calci, urla ecc. I genitori, in questi, casi si sentono impotenti e non sanno come risolvere il problema.
I ragazzi che soffrono di questa fobia tentano di fuggire da una situazione per loro estremamente ansiogena.
L’età critica per questo disturbo è quella che va dai 6 ai 14 anni; si stima che circa il 1% della popolazione in età scolare ne possa soffrire.
COSA FARE:
L’importante è primariamente rendersi conto se il rifiuto della scuola viene vissuto come una necessità, una soluzione ai propri problemi di paura, ansia e stress. Tra i più piccoli, questa difficoltà si può presentare quando, ad esempio, vi è una forte ansia da separazione dai genitori, il terrore di essere lasciati soli.
Tra i ragazzi più grandi, il fenomeno si manifesta in particolare dopo un trasferimento, un cambiamento di classe o di scuola, a causa della perdita dei propri punti di riferimento.
Se non si riesce a superare questo disagio, è opportuno contattare uno specialista per poter aiutare il bambino/ragazzo nell’affrontare le proprie ansie, paure per una ripresa più serena del proprio percorso scolastico.