COME CAPIRE SE SI SOFFRE DI DOC (DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO)?

APPROFONDIAMO IL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO

 

Le ossessioni vengono definite come pensieri egodistonici ricorrenti, ovvero, pensieri molesti indesiderati oppure come impulsi, mentre, le compulsioni sono azioni ritualizzate irrazionali, che devono essere compiute per alleviare l’angoscia.

 

I sintomi delle persone con un disturbo ossessivo compulsivo possono rientrare in quattro categorie principali:

  1. rituali che comportano verifiche e controlli
  2. rituali che comportano pulizia
  3. pensieri ossessivi non accompagnati da compulsioni
  4. lentezza ossessiva

 

Una persona con questo disturbo può controllare di aver spento il ferro da stiro diverse volte e nonostante abbia staccato la spina dal muro e lo abbia allontanato da qualunque presa elettrica, avere comunque la preoccupazione che il ferro non sia stato spento bene (controllo).

Le persone con disturbo ossessivo compulsivo possono aver paura di contrarre orribili malattie toccando la maniglia della porta (pulizia).

In altri casi, la persona può avere pensieri ossessivi non accompagnati da compulsioni, per esempio, essere ossessionata dalla paura o dal dubbio di avere pensieri inaccettabili che possono essere di tipo religioso, (es. timore o dubbio di bestemmiare), o sessuale (es. timore o dubbio di essere pedofilo) o aggressivo (es. timore o dubbio di fare del male agli altri).

Oppure, un soggetto può avere una lentezza ossessiva, che è un rallentamento globale nell’eseguire ogni attività quotidiana, come vestirsi o mangiare, che porta a mettere in pratica rituali che seguono principi di ordine, simmetrie e di perfezione.

 

QUALI SONO I CRITERI DIAGNOSTICI PER IL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO?

 

I criteri diagnostici che permettono di diagnosticare il disturbo ossessivo compulsivo sono la presenza di ossessione e compulsioni:

 

Ossessioni:

• Pensieri, impulsi o immagini ricorrenti o ansiogeni, intrusivi, indesiderati e inappropriati rispetto al contesto.
• Il tentativo di ignorare, sopprimere o neutralizzare con altre azioni tali pensieri, immagini e impulsi ossessivi causa sofferenza.

 

Compulsioni:

• Comportamenti ritualizzati (ad esempio, lavarsi le mani) o atti mentali (come contare) che la persona è obbligata a mettere in atto in risposta a un’ossessione o nell’ambito di regole che devono essere applicate rigidamente.

• E’ ritenuto che esse prevengano magicamente alcuni eventi o situazioni temute.

• In un certo momento nel corso del disturbo, la persona ha riconosciuto le ossessioni e le compulsioni come eccessive o irragionevoli.

• Le ossessioni e le compulsioni causano un disturbo significativo, perdita di tempo ne /o interferiscono con la vita normale della persona.

• Le ossessioni e le compulsioni non sono dovute a effetti di un farmaco, di sostanze d’abuso, o di un disturbo fisico

 

PERCHE’ VENGONO I PENSIERI OSSESSIVI E COMPULSIVI?

Freud ha postulato che i sintomi ossessivo compulsivi siano basati sui meccanismi di difesa chiamati isolamento e annullamento quando essi vengono utilizzati per gestire l’ansia provocata da pensieri e impulsi.

Attraverso l’isolamento i pensieri indesiderati e gli impulsi vengono trattati come se non fossero connessi ai propri sentimenti attuali e alle proprie esperienze passate, ma sono semplicemente intrusioni disturbanti.

L’annullamento, il magico utilizzo dell’azione ritualizzata per “annullare” un pensiero o un impulso problematico, si riferisce alle compulsioni del DOC.

Ad esempio, un soggetto che mette in atto il meccanismo di difesa dell’annullamento pulisce compulsivamente la sua scrivania ogni pomeriggio pensando che questo “annullerà” o cancellerà i suoi pensieri inaccettabili di rabbia verso il capo.

COME COMBATTERE I PENSIERI OSSESSIVI E COMPULSIVI?

Se non trattato, il disturbo ossessivo compulsivo può essere profondamente angoscioso per la persona e può andare ad intaccare significativamente la capacità di gestire gli aspetti più basilari della propria vita, quali svolgere il proprio lavoro e intrattenere relazioni sociali equilibrate.

Una psicoterapia di natura psicoanalitica può essere necessaria per aiutare la persona intrappolata in queste difficoltà a ridefinire un senso di sé, che non contempli l’esperienza dei rituali e dei pensieri ossessivi e a sviluppare una maggiore consapevolezza o capacità di mentalizzazione rispetto alle vite interiori degli altri.

In terapia, i pazienti vengono incoraggiati a parlare il più liberamente possibile per partecipare, insieme al terapeuta, al lavoro di ricerca delle radici delle proprie ansie.

Ciò include l’analisi di come i conflitti emozionali sottostanti emergano sotto forme di resistenze (ad esempio, argomenti che il paziente è riluttante ad esplorare) e transfert (sentimenti appartenenti a relazioni passate che sono trasferiti nelle relazioni attuali, compresa quella con il terapeuta) durante il processo terapeutico.

 

Gli obiettivi della terapia psicoanalitica sono:

  1. aiutare il paziente a comprendere le radici dei propri sintomi
  2. migliorare la propria auto-accettazione
  3. sviluppare migliori soluzioni per i conflitti emotivi
  4. diminuire la necessità di meccanismi di difesa disadattivi

In alcuni casi, l’impiego combinato di farmacoterapia e psicoterapia psicoanalitica può rivelarsi la strategia migliore per affrontare i molteplici problemi del paziente.