
In questo ultimo periodo, soprattutto per i fatti recenti di cronaca (vd. post precedente), si sta ponendo attenzione sull’uso che i giovani fanno dei social network, in particolare su quelli che pongono al centro dell’attenzione le immagini (caratterizzate da selfie, anche estremi), che popolano la rete. Ultimamente ci si scandalizza per il massiccio impiego e ci si chiede come regolamentare questo frequente uso.
Credo che per trattare l’argomento in maniera più completa, si debba fare, però, un passo indietro.
La nostra cultura sta diventando sempre più narcisistica.
L’uso spasmodico delle immagini interessa i nostri figli ancora prima che possano nascere. Da alcuni anni, infatti, i genitori iniziano a “fotografarli” ancora in utero con le ecografie in 3D. Si scattano istantanee del nascituro prima della sua nascita e si continua a farlo in ogni ricorrenza possibile: la nascita, il primo bagnetto, la prima recita..ecc. Si è più interessati a fare lo scatto migliore, trovare l’inquadratura più idonea, e meno a vivere l’evento che si sta svolgendo, a condividerlo nel hic et nunc.
Gli adolescenti di oggi sono cresciuti in questi contesti. Ora che iniziano loro stessi ad utilizzare questi strumenti glieli vogliamo togliere? Mission impossible, per citare un famoso film!
Credo, invece, che si debba regolamentare questo uso a partire dagli stessi adulti.
Sono, infatti, i primi ad abusarne in ogni dove (su ogni mezzo di trasporto si vedono i passeggeri intenti a leggere notizie sul cellulare, a guardare i profili social di colleghi e conoscenti, a consultarlo come se fosse un oracolo, dimenticando l’importanza delle relazioni umane, reali).
L’avvento della tecnologia non è il male degli adolescenti, ma deve essere regolamentata ed usata nel miglior modo possibile.
Purtroppo, troppo spesso, invece, i primi a farne un uso improprio sono gli stessi genitori, come nelle situazioni pubbliche dove si fanno vedere video ai bambini per farli stare calmi o gli si insegna a giocare sui giochi del telefono così i genitori possono terminare quello che stavano facendo.
Poi però non ci si può lamentare quando da adolescenti non si riescono più a staccare dalle varie console dove passano diverse ore al giorno (e alcuni anche di notte). Il bisogno di regole è una richiesta implicita che gli adolescenti ci chiedono nella loro crescita (tumultuosa) e noi come adulti non possiamo non rispondere a questa chiamata.
A cura del dott. Marco Santini
Percorsi Psicologici – Studio di Psicologia Sesto San Giovanni