LA PSICOLOGIA DELL’ADOLESCENZA
La psicologia dell’adolescenza è quella branca della psicologia che si occupa dello sviluppo psichico del giovane che ha un’età compresa tra i 10/11 e i 19/20 anni.
In questa fase, infatti, è terminata l’infanzia e il giovane si appresta ad entrare in quell’epoca che viene definita come adolescenza (dal latino crescere, nutrire).
Questa è un’epoca di nutrimento per il giovane che è alle prese con una rivoluzione copernicana sia del proprio corpo, in senso biologico (con l’arrivo della pubertà), che della propria personalità, in senso psicologico.
LE FASI DI SVILUPPO DELL’ADOLESCENZA
L’adolescenza (e come vedremo anche le sue crisi) è caratterizzata da 3 fasi salienti:
PRIMA ADOLESCENZA (10-12 ANNI)
E’ la fase in cui il bambino smette di essere tale, comincia la ricerca del gruppo omogeneo (ossia rigorosamente di pari, i maschi stanno con i maschi e le femmine con le femmine), il corpo sta cambiando rapidamente, inizia lo sviluppo dei tratti sessuali secondari e le prime esplorazioni sessuali da gestire caratterizzate dalle (nuove) spinte pulsionali. Ci si inizia ad allontanare dai genitori per andare ad “esplorare” il mondo circostante.
SECONDA ADOLESCENZA (13-15 ANNI)
Lo sviluppo corporeo prosegue ma è meno esplosivo come nella fase precedente, l’aspetto psicologico è invece predominante, il giovane inizia a confrontarsi sempre di più con i pari e con il gruppo differenziato ed eterogeneo e iniziano le prime relazioni tra pari. Ci si allontana maggiormente dai genitori per esplorare l’ambiente e per creare la propria identità, e in tale ricerca, possono insorgere delle condotte a rischio (fumo, droghe, comportamenti autolesivi, problemi alimentari, sesso precoce)
TERZA ADOLESCENZA (16-20 ANNI)
E’ la fase in cui il processo di individuazione e soggettivazione del giovane è in via di consolidamento, le spinte evolutive verso il confronto con il gruppo dei pari sono sempre presenti e si consolidano relazioni amicali e sentimentali anche tra persone di sesso differente, iniziando a intessere le prime esperienze sentimentali e le prime esplorazioni anche sul versante sessuale.
Da un punto di vista cognitivo, il processo di mentalizzazione dei propri stati emotivi si sta assestando e i ragazzi hanno maggiore consapevolezza e confidenza nel trattare le proprie emozioni e non solo nell’agirle (evacuandole senza pensarci due volte come facevano qualche anno prima!).
Le crisi in adolescenza sono, pertanto, necessarie perchè aiutano l’adolescente a “ristrutturare” la propria personalità.
Ricordiamo, infatti, che l’etimologia della parola crisi deriva da “scelta, decisione, forte turbamento, momento difficile” che sono proprio le emozione e i compiti che i giovani sono chiamati a fare in questa epoca della vita.
Solo quando da solo non riesce a svolgere questi “compiti” evolutivi è necessario un intervento specialistico.
In conclusione, possiamo dire che le crisi in adolescenza sono necessarie ma allo stesso tempo momenti da affrontare, per consolidare la nuova personalità del giovane adolescente e il suo nuovo ruolo nella società circostante. Quando questi momenti, invece, sono difficili da elaborare, rischiano di bloccare questo processo evolutivo di soggettivazione, portando il ragazzo o la ragazza verso un blocco evolutivo, con un conseguente ritiro sociale, scolastico o una virate verso il mondo delle dipendenze, allora è necessario attenzionare questa situazione prima che peggiori.
In queste occasioni, è bene intervenire con un intervento psicologico che possa aiutare a riprendere la propria crescita e il proprio benessere evolutivo del giovane adolescente e della sua famiglia.