
Il ritiro sociale è un fenomeno in aumento a livello mondiale che colpisce nella maggioranza dei casi gli adolescenti, ma sono solo: sempre più giovani adulti e adulti stanno manifestando un disagio di questo tipo.
Ci occuperemo in particolar modo della sofferenza dell’adolescente, spesso fonte di angoscia per i genitori, gli insegnanti e le maggiori figure di riferimento e fase di vita delicata e vulnerabile che merita particolare attenzione.
Il ritiro sociale è un fenomeno complesso che ha avuto origine in Giappone con il fenomeno degli hikikomori (il cui significato possiamo tradurlo con “stare in disparte”) per poi, gradualmente, diffondersi nelle aree più industrializzate e, quindi, anche in Europa e in Italia.
Spesso il ritiro sociale è conseguenza di:
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un senso di inadeguatezza,
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solitudine
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inefficacia
L’adolescente, infatti, sperimenta cambiamenti a livello fisico, fa esperienza di un graduale passaggio dal mondo infantile (conosciuto) a quello adulto (che ancora non conosce) e inizia a confrontarsi con le aspettative che gli adulti e il gruppo dei pari spesso hanno su di lui.
Da ciò scaturiscono sentimenti di inadeguatezza e vergogna e, di conseguenza, si assiste ad un allontanamento dal contesto sociale e ad un bisogno di rintanarsi in ambienti considerati più sicuri, protettivi e conosciuti.
Questo si traduce, dunque, in un abbandono degli studi, in un ritiro dalle relazioni sociali e in un conseguente rifugio sia in attività su internet (social, videogiochi, realtà virtuali), sia in attività immaginarie quali, ad esempio anime, manga e film.
Il mondo fantastico diventa espressione di un mondo reale in cui l’adolescente fa fatica a ritagliarsi un suo spazio.
Spesso, poi, anche il ritmo sonno-veglia viene invertito e i ragazzi si ritrovano a dormire di giorno e a star svegli di notte; l’umore, inoltre, è spesso deflesso, sono presenti una massiccia autosvalutazione e un senso di apatia.
In questi casi è necessario rivolgersi a specialisti che possano prendersi carico di tutta la famiglia, sostenendo i genitori e prendendosi cura della sofferenza del ragazzo, aiutandolo a dare un senso ai propri vissuti e accompagnandolo in un processo di consapevolezza di sé e della sua sofferenza.