Ritiro sociale

L’adolescenza può essere considerata come una fase del ciclo di vita dell’individuo che segue l’infanzia e si estende fino all’età adulta.

L’adolescenza è, dunque, un periodo che va dagli 11/12 anni del ragazzo, fino ai suoi 19/20 e riguarda una fase molto delicata della sua esistenza.

È in questo periodo, infatti, che avvengono diversi cambiamenti nell’individuo, sia dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista emotivo e del pensiero.

Ragazzi e ragazze, infatti, assistono a delle vere e proprie modifiche a livello corporale: crescono i primi peli e si sviluppano i caratteri sessuali secondari.

Nei maschi, in particolare, vi è un cambiamento nella voce, nella statura e nella muscolatura, mentre nelle femmine si sviluppa il seno e sopraggiunge il menarca.

Questi cambiamenti sono spesso accompagnati da vergogne, difficoltà ad accettare il proprio corpo in evoluzione e fatiche nel riconoscersi in queste nuove caratteristiche.

Il corpo diventa, quindi, veicolo che può esprimere emozioni intense, talvolta poco dicibili.
L’attacco al corpo da parte dei ragazzi può così diventare una modalità messa in atto per gestire queste forti emozioni e controllarle; talvolta, invece, il provocarsi dolore fisico ha lo scopo di sentire un dolore differente e, in quanto tangibile, considerato spesso più controllabile del dolore e della sofferenza emotiva.

Gesti autolesivi, così come l’uso e l’abuso di sostanze, la dipendenza dalle sostanze e dai videogames, possono rappresentare l’unica ed estrema modalità che i ragazzi utilizzano per esprimere il disagio provato e chiedere aiuto.

A livello emotivo, dunque, l’adolescenza porta con sé squilibri ormonali da cui talvolta può scaturire una forte impulsività.

I ragazzi iniziano un affascinante ma anche intricato periodo di nuova conoscenza di sé.
Cominciano a chiedersi chi siano, cosa desiderino e chi vogliono diventare.

Ciò avviene all’interno di un processo che inizia con il desiderio da parte del ragazzo di riconoscersi come soggetto diverso dai genitori, con bisogni di indipendenza e autonomia, per arrivare poi a trovare una propria soggettività, proprie passioni, desideri, interessi…

Nascono qui, richieste contrastanti: da una parte i ragazzi richiedono autonomia e distacco, ma dall’altra vicinanza e appartenenza.

L’ evoluzione in itinere e la ricerca sfrenata di risposte ai propri quesiti, conduce il ragazzo a sperimentarsi in nuove e talvolta pericolose circostanze e a sfidare quelle che sono le regole condivise dalla società.

Così, spesso, il limite non è più considerato qualcosa da evitare, ma strumento per mettersi alla prova e conoscere quelle che sono le proprie capacità e potenzialità.
Le regole, gli idoli e i modelli che fino a questo momento sono stati fonte di interesse, improvvisamente sembrano non avere più lo stesso valore: in parte sono interiorizzati e in parte messi in discussione.

Sorge, così, un periodo di incertezza con la presenza di forti dubbi e domande che fanno nascere un pensiero critico rispetto a chi si era e alle persone di cui ci si circondava.

Il gruppo dei pari assume, in questi casi, un ruolo importante e in prima linea.
Esso diventa contenitore e strumento all’interno del quale sperimentarsi, conoscersi e individuare un proprio ruolo e una propria personalità.

Spesso nasce nel ragazzo un forte senso di appartenenza al gruppo: qui ci si sente compresi ed è qui che si sperimenta gradualmente chi si è e cosa si desidera.

Talvolta il bisogno di appartenenza e di acquisire una propria identità porta il ragazzo ad assumere atteggiamenti e mettere in atto comportamenti che, tuttavia, possono anche scontrarsi con quella che è la propria scala di valori, in virtù di un bisogno di sentirsi parte di un qualcosa.

Talvolta è proprio da questo processo che emergono sentimenti di frustrazione e solitudine: il ragazzo si sente disorientato, solo e spesso si percepisce poco compreso dai pari e dagli adulti di riferimento.

Si può così avere a che fare con ragazzi ritirati sia dal punto di vista sociale che scolastico e che necessitano di un aiuto, di sostegno e di comprensione per tentare di uscire dalla propria camera.

In sintesi possiamo dire che l’adolescenza sia una fase del ciclo di vita davvero ricca di aspetti interessanti ma che spesso porta con sé elementi delicati e difficili da digerire.

Talvolta la sofferenza è importante, invalidante ed espressa tramite modalità disfunzionali di relazione con il proprio sé e con l’altro.

Proprio in questo senso è fondamentale l’aiuto di un professionista che possa da una parte aiutare il ragazzo a prendere consapevolezza di ciò che gli sta capitando e dall’altra sostenere i genitori nel difficile ruolo che si trovano a ricoprire.

Il nostro studio, grazie all’esperienza e alla sensibilità dei professionisti che vi lavorano, può essere un luogo di cura, accompagnamento e rinascita, sia per i giovani che per i loro genitori.